Il lager di Mauthausen fu aperto dai nazisti l'8 agosto del 1938 e rimase in attività sino al 5 maggio 1945, praticamente fino agli ultimi giorni della seconda guerra mondiale.
Questa che si vede sopra è la tabella dei simboli che i deportati avevano cuciti sulla giacca, che servivano per riconoscere e distinguere i vari gruppi di prigionieri. Il triangolo rosa identificava gli omosessuali, quello rosso i deportati politici, i cultori della Bibbia in viola, gli emigranti in blu, i renitenti al lavoro in nero, i criminali comuni in verde, gli Ebrei con la stella di David.
Nel marzo del 1942 entrò in funzione la camera a gas, camuffata da sala da docce, dalle cui tubature usciva lo Zyklon B
. Funzionò ininterrottamente, tre volte la settimana, giorno e notte sino ai primi mesi del 1945.
A fianco alle stanze della camera a gas si trovano i forni crematori.
Usciti dal campo, la strada di accesso è delimitata a destra e a sinistra dai monumenti eretti dalle diverse nazioni per ricordare l'olocausto. Molto significativo è il monumento ebraico.
Vicino a questo monumento si trova la famigerata scala della morte
di 186 gradini, che fu testimone di crimini inenarrabili e di tremendo martirio. Spesso capitava che le SS per risparmiare munizioni o per semplice noia, si divertissero a spingere il prigioniero, una volta arrivato in cima alla scalinata; in questo modo tutta la colonna cadeva e i massi che i deportati trasportavano procuravano feriti mortali.
I prigionieri incolonnati infatti dovevano trasportare grossi blocchi di pietra - molto spesso pesanti fino a 50 chilogrammi - lungo i 186 scalini della cava.
Altrettanto tristemente celebre è la parete dei paracadutisti, situata poco prima della scala. Da queste pareti le SS facevano precipitare i deportati; inoltre, se sapevano che tra le vittime vi erano fratelli, o padre e figlio, li facevano spingere l'un l'altro.
Il dottore del campo usava eliminare i prigionieri con iniezioni dirette al cuore, a base di benzina o derivati.
Quella che un tempo era l'infermeria, oggi è la sede del Museo del Lager. Nelle cantine sono esposti i materiali documentari della storia del lager e gli oggetti dei detenuti.
I deportati una volta giunti ai campi di sterminio perdevano lo status d'uomo e diventavano semplici pezzi di materia: stuck
, tutti schedati in appositi registri.
Una volta superata la selezione, le persone erano spogliate rasate integralmente: sia agli uomini che alle donne venivano rasate le parti intime e tagliati i capelli, che uniti al lino davano origine a un tessuto impressionante.
Subito dopo i detenuti venivano portati in vere docce per la disinfestazione.
Successivamente ai deportati venivano dati zoccoli di legno e abiti di lino, gli unici indumenti che avrebbero indossato durante la prigionia (è da tenere conto che in quei posti le temperature di inverno sono molto basse).
In seguito avveniva la marchiatura, cioè l'incisione nel braccio del numero da imparare a memoria in tedesco. Se durante gli appelli non si riconosceva il proprio numero, si andava incontro a varie punizioni.
Anche se non si faceva niente, oppure si commetteva la minima sciocchezza, le SS esercitavano pesanti violenze e torture nei confronti dei detenuti.